PROGETTO:: Vita di
coppia, lavoro, tempo libero: ad accompagnarci la fedele sensazione di
affrontare un match pugilistico,
contro l’aria. Scomparso
anche il privilegio di lottare coi mulini a vento, figli di Sessantottini e
fratelli maggiori dell’exploit massmediatico e materialista, combattiamo con
metodica costanza il senso di frustrazione, acuito da una precoce
consapevolezza del nostro insuccesso.
Flop: lasciare, lasciarsi cadere, fare un tonfo, piombare; muoversi
pesantemente, goffamente, dimenarsi, dibattersi, sbattere qua e là; fallire,
far «fiasco». Il rifiuto della paralisi si accompagna alla certezza del
fallimento, condizione propizia per l’insorgere di un atteggiamento nevrotico o
di un graffiante sarcasmo: caratteristica, quest’ultima, che accomuna le
attività di Dario Lazzaretto e Nicola Genovese. Pochi metri in linea
d’aria separano gli allestimenti di Piazzetta Sant’Anna dalla Rotonda Foschini,
una distanza equivalente al lieve, ma decisivo scarto tra i due personali modi
di usufruire degli stessi mezzi espressivi: l’installazione video, il plotter,
la performance. Il
progetto “7 anni d’amore” di Dario Lazzaretto affronta un problema
universale: la salvaguardia di un equilibrio armonico interno alla coppia,
sollecitata continuamente dai flussi e riflussi irregolari della vita. Un video
enumera le infinite occasioni d’uso di oggetti che affollano la quotidianità,
senza tuttavia offrire un appiglio solido al suo scorrere inarrestabile. Se il
rapporto tra individui riproduce la condanna di Sisifo a rotolar la sua pietra,
affatto semplice si configura il dialogo tra uomo e natura. Nicola Genovese invita, infatti, ad avventurarsi in un malsano
processo di coltivazione, diretto a piante refrattarie alla crescita: gli
alberi neri. Abbandonati o caduti in oblio i tradizionali mezzi di concimazione,
si impongono tecniche deviate e vane, a cui il “black tree” risponde concedendo
frutti mortiferi.
Ad
unire le due distinte problematiche, la silenziosa scia di plotter in Corso
Giovecca,: personaggi affetti da un’insana idiozia, brandiscono oggetti di uso
comune – scolapasta, bicchieri…- quasi fossero trofei di una conquistata,
instabile normalità; sorrisi inquietanti sfigurano personalità solitamente
rassicuranti, esempi di pace spirituale e di un sano rapporto con la realtà
naturale, tipico dell’uomo faber. Esiste
redenzione?
Progetto nato in collaborazione con Galleria Noloco Studio
(PD) e il critico d’arte Chiara Costa
PROGRAMMA
00.30 PIAZZETTA SANT'ANNA
DARIO LAZZARETTO
7 anni
d'amore,
ovvero l'equilibrio delle cose
01.00 ROTINDA FOSCHINI
NICOLA GENOVESE
Black Tree