Il mito dell'artista come genio isolato e' un vecchio stereotipo superato ormai da tempo. Gia' tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, fuori e dentro al nostro Paese, hanno preso forma svariati raggruppamenti artistici che intendevano, mediante la loro unione, conferire valore aggiunto al lavoro di gruppo rispetto a quello individuale. Il gruppo impone un confronto
(talvolta uno scontro), impone condivisione, impone la rimozione dall'opera del proprio io in favore di un noi teso al raggiungimento di un progetto.
The Bounty Killart nasce da una passione sbocciata sui banchi di scuola. E' cosi' che, nel 2002, Gualtiero Jacopo Marchioretto, Rocco D'Emilio, Dionigi Biolatti e Marco Orazi studenti, a quel tempo, dell'Accademia Albertina di Torino decidono di unirsi generando un quartetto d'eccellenza: The Bounty Killart, per l'appunto. Il collettivo sembra privilegiare una dimensione classica dell'arte spaziando tra pittura, scultura, arazzi e incisioni. In realta' l'elemento straniante - atto a spiazzare e disorientare l'osservatore - e' sempre in agguato: personaggi con il corpo di animale e la testa da uomo, teneri cupido che, al posto di scagliare una freccia, si palesano come portatori di mitra, commistione di antico e moderno, di uomo e animale, di attuale e citazionista si fondono in opere dal sapore surrealista, kitsch e neo-pop con personaggi talvolta sottratti alla storia passata, talaltra al fantastico mondo dell'animazione.